Messina è attualmente alle
prese con la più grande crisi idrica che si ricordi a memoria
d'uomo, la rottura della condotta di Calatabiano ha messo in
luce la fragilità del sistema idrico della Sicilia orientale.
Calatabiano è nel comune di Catania ma
i guai sono per i messinesi. Lo smottamento della collina del comune
etneo ha lesionato la conduttura che serve la città di
Messina, la prima riparazione, che ha lasciato i messinesi senz'acqua
per una settimana, è durata solo il tempo del primo maltempo.
Le condotte flessibili ordinate
dal nord Europa arriveranno solo in questa settimana e dovranno
essere inserite nella condotta di Calatabiano, i tempi tecnici
prevedono tre o quattro giorni ma i pessimisti prevedono qualche
giorno in più.
Nel frattempo che i messinesi si
dotavano di bidoni e di volontà, lavarsi a secco è difficile, si è
pensato bene di utilizzare la condotta dell'Alcantara. Anche
questa opzione non era di facile applicazione ed ha messo in luce,
come se ne sentissimo il bisogno, la corruzione ed il malaffare che
ha portato alla sua realizzazione; non per niente è stata costruita
con la cassa del mezzogiorno.
La prima operazione di immissione
dell'acqua dall'Alcantara è durata poco per colpa del cedimento
del bypass, ma anche con questa “pezza” dell'ultimo momento
non è stato possibile rifornire di acqua le zone collinari e
superiori della città.
I guai per i messinesi non finiranno
con la riparazione della conduttura di Calatabiano. Come tutti ormai
sapranno le navi cisterna con cinque milioni di litri di acqua
devono essere pagate e la spesa che verrà divisa in bolletta sarà
di 60.000 euro a carico.
Per chi di cattive notizie non è mai
stufo c'è un altro problema da risolvere. La mancanza di acqua nelle
condotte della città ha riempito di aria le stesse, quando è
stata rimessa in pressione ha causato la rotazione vertiginosa dei
contatori.
Per i fortunati dotati di valvole di
sfogo aria il problema non sussiste mentre per tutti gli altri
si. I messinesi hanno la possibilità di ribellarsi e chiedere
all'AMAM i danni dal momento che si tratta di interruzione di
pubblico servizio.
Secondo fonti attendibili il
risarcimento si aggira tra i 25 ed i 50 euro al giorno, con
picchi di 125 euro, in ragione della presenza in casa di anziani,
bambini o disabili.
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