L'olio vegetale esausto proviene
da processi termici di degradazione ed inquinamento, per utilizzare
un linguaggio più comune si parla di olio di frittura,
in alternativa al riutilizzo finisce nello scarico del
lavandino.
I motivi per conservarlo in un contenitore e consegnarlo ad un consorzio sono due, non si inquina e trattandolo si può ottenere un biocombustibile.
I motivi per conservarlo in un contenitore e consegnarlo ad un consorzio sono due, non si inquina e trattandolo si può ottenere un biocombustibile.
La raccolta dell'olio vegetale
esausto in Italia sembra essere un progetto di gran lunga più
difficile e costoso che non ottenere il bosone di Higgs, altri paesi
sono riusciti a raccoglierlo e ad impiegarlo come combustibile per
far circolare i mezzi pubblici; in alternativa lo si può trasformare
in energia elettrica e termica ed in più si ottiene glicerina
pura per l'industria farmaceutica e cosmetica.
Ciò che potrebbe spingerlo ad organizzarsi potrebbe essere uno sgravio sulla tassa sui rifiuti.
L'olio vegetale di frittura
proveniente da processi termici di cottura degli alimenti prima di
essere impiegato come combustibile alternativo deve subire
diversi trattamenti, ciò che si ottiene è quello che comunemente si
chiama biodiesel.
Il biodiesel non è scoperta di
poco tempo fa e si deve risalire alla fine del 1800 per vedere un
motore a combustione alimentato da olio vegetale, l'olio
vegetale alimentare si presta per essere impiegato per la locomozione
con motori diesel.
La maggiore aggressività di quest'olio su alcune parti del motore impone modifiche, in condizioni climatiche sfavorevoli (al di sotto dello zero termico) è necessario miscelarlo in proporzione con il diesel affinché non congeli.
La maggiore aggressività di quest'olio su alcune parti del motore impone modifiche, in condizioni climatiche sfavorevoli (al di sotto dello zero termico) è necessario miscelarlo in proporzione con il diesel affinché non congeli.
L'olio “fritto” viene a contatto
con sostanze organiche e si arricchisce di prodotti indesiderati che
devono essere eliminati prima di produrre il biodiesel, il
processo che subisce l'olio non trattato sarà orientato alla
rimozione di sostanze organiche tramite centrifuga, allo stesso modo
si elimina l'acqua presente.
Una volta ottenuto un prodotto
semifinito è necessario trasformare l'olio esausto in
combustibile, il processo per ottenere il biodiesel si
chiama trans-esterificazione e si ottiene miscelando un alcol
puro (il metanolo) ed un catalizzatore (soda), come
sottoprodotto si ottiene glicerina pura.
Il biodiesel può quindi essere
impiegato in miscela in motori diesel abbattendo cosi il caro
carburante e permettendo un notevole risparmio alle casse comunali,
il biodiesel può anche essere impiegato puro sui mezzi pubblici
(sempre previa modifica ad alcune parti della distribuzione del
carburante) ma le camicie dei cilindri subiranno un usura maggiore
con conseguente prematura dipartita del motore.
L'unico motore che può ricevere
biodiesel puro è quello di origine nautica, la maggiore
resistenza all'aggressione di sostanze acide viene cosi
scongiurata ed il motore non subisce danni, proprio da questo punto
si parte per spiegare cosa si può ottenere dall'olio vegetale
esausto oltre un combustibile per autotrazione.
Il biodiesel si presta per essere
impiegato come combustibile nei motori diesel ed è proprio un motore
diesel di origine marina che si trova in un impianto di
cogenerazione.
La cogenerazione non è altro
che la produzione di energia elettrica e termica da un unica
fonte di energia, alimentando un grosso motore diesel con biodiesel
si mette in rotazione un alternatore con relativa produzione
di energia elettrica, il calore prodotto dai gas di combustione e
dagli scambiatori di calore viene utilizzato per fornire acqua calda
ad uno o più utilizzatori.
L'energia elettrica prodotta da un
impianto di cogenerazione viene pagata dal GSE alla tariffa
indicata dall'ultimo conto energia ed è paragonata ad un olio
vegetale di origine extraeuropeo, l'energia termica non è
un sottoprodotto di poco conto, con un impianto di
teleriscaldamento è possibile riscaldare abitazioni limitrofe
che possono quindi fare a meno del gas o di altri sistemi energetici
costosi per produrre acqua calda sanitari o per riscaldamento.
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