Il termine del 2 giugno 2015 è
trascorso da qualche mese e della Cookie Law e delle novità
del Garante della Privacy si sente sempre meno parlare, a dirla
tutta la normativa europea sui cookie poteva essere gestita in
altro modo.
Se si chiede ad un navigatore di
internet cosa ne pensa della profilazione state certi che il
suo volto si incupirà ed il capo si inclinerà quasi sicuramente a
chiedervi, secondo il linguaggio del copro, cosa diavolo è la
profilazione.
Dopo mesi dall'entrata in vigore molti
siti internet e blog non sono a norma e sperano in interventi
favorevoli del Garante della Privacy o in plugin miracolosi.
Purtroppo in Garante non ha fatto passi indietro e di plugin
miracolosi ancora neanche l'ombra.
Le strade per regolarizzare la propria
posizione alla normativa sui cookie sembrano ancora due: quella del
web master, o web developer, che mettendo mano al
codice sorgente impedisce ai cookie di avviarsi senza il consenso
del visitatore o quello del servizio a pagamento.
Tralasciando altri commenti e dettagli
in cui finirei solo di essere logorroico e prolisso mii chiedo
quali alternative potevano prendere i cervelloni che hanno creato la
cookie law europea. L'informativa deve servire al navigatore
per spiegargli cosa sono i cookie e come gestirli, per fare
ciò gli si deve spiegare come interagire con essi e modificare le
impostazioni del proprio browser.
Io che ho un paio di neuroni
funzionanti mi sono chiesto come mai non si fosse chiesto
esplicitamente ai programmatori dei browser di inserire una
finestrella all'apertura dello stesso che spiegasse cosa sono i
cookie e come modificarli.
Sempre via browser il navigatore
avrebbe potuto decidere se disattivare i cookie di profilazione
per tutte le sessioni o per sito internet, analogamente per i
cookie di analisi. D'altra parte è sui browser che si deve
intervenire e quale migliore modo di farlo che renderli partecipi
delle nuove norme?
La normativa non avrebbe messo in
confusione il mondo del web e non avrebbe neanche dato il modo di
multare nessuno, forse l'intento era solo quello di attingere ad un
possibile tesoretto quando necessario.
La seconda via non percorsa dai
cervelloni della cookie law poteva essere quella di obbligare i
gestori di pubblicità su internet (chiamati comunemente
programmi di affiliazione) di dare l'opportunità
all'amministratore di un blog o sito internet di poter caricare
gli script solo dopo il consenso.
Questo secondo punto è infatti il più
complesso e irto di difficoltà tecniche. Lo script dei banner
pubblicitari, ad esempio di Adsense, non può essere modificato
dall'utente pena l'esclusione del programma e dei guadagni.
Alcuni editori che utilizzano Google
Adsense hanno dovuto necessariamente modificare lo script del
banner per farlo caricare solo alla seconda pagina vista dal
visitatore o alla sua seconda visita. Ciò comporta due risultati:
fare irritare Google e perdere introiti.
In attesa che gli sviluppatori creino
script capaci di inibire il caricamento dei cookie profilanti
per le diverse piattaforme vi diletto con un paragone calzante. La
cookie law può essere paragonata ad una nuova legge del codice della
strada che impone a chi possiede un auto di mettere a bordo altre
ruote di scorta.
La multa comminata in caso il
proprietario del veicolo venga trovato sprovvisto delle aggiuntive
ruote di scorta sarebbe la perdita della propria abitazione e del
veicolo stesso, molto equo no?
Nessun commento:
Posta un commento