Molti si avvicinano al trading
con le opzioni binarie per la facile comprensione del
mezzo finanziario, anche chi non ha molta dimestichezza con la borsa
e con tutti gli strumenti dei broker può guadagnare grosse
cifre di denaro; il problema è che molti non dichiarano queste
entrate.
Sia che si tratti di attività
finanziarie con in gioco centinaia di migliaia di euro o poche
centinaia di euro i profitti derivanti dal trading di
opzioni binarie sono da dichiarare al fisco e vanno aggiunti alle
entrate nella dichiarazione dei redditi.
Dato il grande successo delle
opzioni binarie l'Agenzia delle Entrate si è vista costretta a
dare una risposta alle numerose domande poste da molti, l'imposizione
fiscale dei profitti derivanti dal trading sulle
opzioni binarie è ora chiara a tutti.
Molti a questo punto si staranno
chiedendo come fare a capire quanto si è realmente guadagnato a fine
anno, come per ogni attività in cui si hanno delle uscite e delle
entrate è necessario testimoniare quanto si è versato al broker
e quanto si è ritirato.
Alla prima registrazione si deve
depositare una cifra d'ingresso (solitamente 250 euro), operando nel
corso dei mesi è possibile che si vada in perdita e in attivo
secondo un andamento che non sempre è possibile monitorare
precisamente.
Se si vuole essere precisi in regime
di dichiarazione dei redditi occorre che il broker presso cui
siamo registrati fornisca l'andamento delle nostre finanze secondo le
minusvalenze e le plusvalenze.
Una volta compreso quanto si è
realmente guadagnato è possibile passare a dichiararlo al fisco ed
anche se non si è guadagnato nulla è necessario dichiarare le
operazioni con il broker.
A questo punto qualcuno si potrebbe
chiedere perché dichiarare di aver fatto trading con un
broker anche se non si sono ottenute delle plusvalenze, nel
modello unico è obbligatorio segnarlo e non si avranno tasse
di sorta mentre nel caso di plusvalenze si.
I più maliziosi penseranno che evadere
le entrate dei broker di opzioni binarie sia
più semplice di quanto non si crede, in effetti molti brokers
hanno licenza per operare in Italia ma non con sede stabile.
In tal modo l'attività di trading
viene svolta con brokers esteri (quasi tutti a Cipro) ed i
conti con i guadagni ottenuti verranno gestiti all'estero dal broker
stesso seguendo le legislazioni di quel paese, in caso si persegua
un'attività di rendita estera senza dichiararlo al fisco si
rischia una pesante sanzione in caso si venga scoperti.
Immagine fonte
bloomberg.com
Nessun commento:
Posta un commento