martedì 8 novembre 2011

Dimmer o varialuce

Il dimmer o varialuce regola elettronicamente la potenza assorbita da un carico, il suo funzionamento si deve alla variazione della tensione e di conseguenza varia anche la corrente che giunge all’utilizzatore.
All’interno del dimmer si trovano dei componenti, i diodi TRIAC ed SCR, essi sono dei semiconduttori dal comportamento molto simile.

Pro
  • Rispetto ad interruttori o relè consentono un risparmio di energia quando non è necessaria la potenza massima.
  • Consentono di allungare la vita delle lampadine.
  • Consentono un bilanciamento dell’intensità luminosa.


Contro
  • Il dimmer o varialuce è un circuito oscillante e potrebbe causare disturbi nell’impianto elettrico.
  • Quando si richiede meno energia sul carico i componenti TRIAC e SCR creano disturbi che dovrebbero essere parzializzati da filtri nel dispositivo, questi filtri aumentano il costo del componente e potrebbero anche essere ingombranti, nel caso non siano sufficienti potrebbero inviare nella rete domestica delle armoniche di corrente.
  • Problema di ronzio, su alcuni carichi pesanti la presenza di un induttore di protezione non toroidale può generare fastidiosi ronzii.
  • Distacco del magnetotermico del nuovo contatore del gestore dei servizi elettrici. Quando si accende una lampada su cui è presente il varialuce e si richiede poca potenza luminosa, in concomitanza con altri carichi che assorbono molta corrente si potrebbe avere un distacco nonostante non si superi la potenza massima. La causa è da imputare al varialuce che genera impulsi di tensione molto elevati che fanno credere al magnetotermico che si stanno superando i valori di carico massimo.
  • Possibili malfunzionamenti delle lampade alogene; il funzionamento delle stesse dipende molto dalla temperatura di esercizio all’interno del bulbo, quando si è a regime il materiale di cui è composto il filamento (tungsteno) evapora e reagisce con il gas presente all’interno formando un alogenuro, questo alogenuro si dirige verso la parete del bulbo che è a temperatura più fredda e poi ritorna verso il filamento di tungsteno e qui si rideposita realizzando cosi il ciclo alogeno. Si può ovviare a questo lento deterioramento facendo funzionare al massimo la lampada per un periodo di tempo necessario affinché il processo di deposizione si realizzi.

Dimmer diversi per carichi diversi
Quando si compra un dimmer è necessario sapere per cosa lo si deve impiegare, se il carico da alimentare è una lampada ad incandescenza allora si dovrà prendere un dimmer per carichi resistivi mentre se sul circuito subito dopo il dimmer è presente un trasformatore toroidale allora sarà necessario acquistare un dimmer per carichi induttivi, caso di lampade dicroiche o faretti.



Nessun commento:

Posta un commento