Sembra finalmente giunta l'ora di
vedere per le strade le prime automobili ad aria compressa, la prima
probabilmente sarà la Airpod nel 2013 diciamo probabilmente
perché lo pensammo anche del prototipo Eolo che non arrivò mai sul
mercato.
Lo studio sui veicoli che utilizzano
combustibili alternativi non è stato cosi fervente come ora, l'auto
ad aria compressa a dire il vero è stata quella che più di tutte ha
fatto attendere a causa di problemi legati alla realizzazione, i
prototipi hanno risentito di problematiche progettuali importanti.
Si fa presto a dire motore ad aria
compressa o quanto meno la teoria è semplice ma la pratica no, un
motore di questo tipo sfrutta l'espansione dell'aria per generare
energia meccanica da energia meccanica, una turbina o un pistone
viene messo in rotazione da aria che può arrivare a 300 bar di
pressione e poi mette in rotazione un albero motore che mette in
movimento il veicolo.
Se i vantaggi dal punto di vista
ecologico sono tangibili (nessuna emissione nociva in atmosfera) è
bene considerare come l'aria viene compressa all'interno dei
serbatoi, se si sfrutta energia elettrica da fonti non rinnovabili
allora il contributo all'ambiente viene meno.
L'aria è stato proprio il problema dei
progettisti, evitando di protrarci su spiegazioni tediose e
logorroiche su adiabatiche ed isocore si può subito puntualizzare
che l'aria una volta che si espande congela gli organi con cui viene
in contatto e progettare un sistema che aumenti la temperatura di
tale gas produce solo una diminuzione dell'efficienza, resta perciò
da verificare il reale funzionamento di un veicolo che non sia solo
un prototipo.
L'approvvigionamento del combustibile è
stato il dilemma forse ancora insoluto, se qualcuno pensa che l'aria
dal benzinaio possa essere fonte di carica per le bombole allora si
sbaglia di grosso, l'aria per fare il pieno deve essere introdotta
con una pressione molto elevata e ben più alta di quella che produce
un normale compressore per questo motivo sarà necessario costruire
ed attivare su tutto il territorio nazionale delle colonnine per la
ricarica dell'aria compressa.
L'acquisto di un veicolo ad aria
compressa deve essere considerato e paragonato ad altri veicoli
funzionanti con energie alternative e tradizionali:
Aria compressa vs auto elettrica
- l'auto elettrica ha dalla sua di essere stata immessa sul mercato con anticipo rispetto all'auto ad aria compressa ed è quindi più che un prototipo, un veicolo elettrico ha tra gli svantaggi il tempo di ricarica (6 o 8 ore, 3 nella migliore delle ipotesi) ed il costo degli accumulatori che ahimè durano un tempo prestabilito e che hanno un costo proibitivo. L'auto ad aria compressa ha il vantaggio di un tempo di ricarica inferiore e la manutenzione è quasi nulla, gli svantaggi possono riguardare la mancanza di gadgets elettronici a bordo dal momento che l'energia elettrica serve per alimentare l'essenziale per la normale circolazione stradale, in ogni caso degli accumulatori serviranno sempre e si dovranno ricaricare, non crediamo sia stato previsto un alternatore che ruberebbe energia preziosa diminuendo la percorrenza.
Aria compressa vs auto tradizionale
- la lotta è impari, l'auto tradizionale con tutte le pecche che può avere è ancora il mezzo più efficiente e comodo in commercio, basti pensare che ci si può spostare anche in autostrada e non si rischia di rimanere a piedi, i rifornimenti si trovano, a sfavore c'è l'inquinamento, i costi di gestione e tanto altro. Forse non è sbagliato pensare che proprio queste due tecnologie diventino un tutt'uno, non sarebbe male fondere l'aria compressa con un motore a combustione interna come lo si sta già facendo con ottimi risultati con l'energia elettrica e tra l'altro i costi potrebbero essere minori (pensiamo al cambio degli accumulatori) e si potrebbe sfruttare l'energia termica proveniente da scambiatori di calore per riscaldare gli organi soggetti al congelamento a causa dell'aria ad alta pressione.
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