lunedì 21 ottobre 2013

Pneumatici ricostruiti, cosa c'è da sapere

Gli pneumatici ricostruiti vengono venduti da molti gommisti ma molti rimangono scettici sulla loro affidabilità, proprio come per ogni altro prodotto destinato ad essere utilizzato su un automobile anche il pneumatico ricostruito deve superare severi standard di rigenerazione.

Un pneumatico è destinato a resistere circa cinque volte il suo naturale ciclo di vita, la necessità di sostituirlo è dovuta al consumo del battistrada. Quando quest'ultimo scende sotto i limiti imposti del codice della strada il pneumatico deve essere sostituito ed a quel punto può prendere diverse strade.

Un pneumatico fuori uso può essere inviato ai conferitori di PFU o può tornare a nuova vita con un “restauro”, il processo di rigenerazione degli pneumatici aiuta l'ambiente e dovrebbe permettere risparmi sul prodotto finito.

Il processo di rigenerazione non sempre mette sul mercato pneumatici economici, difatti ci sono sul pneumatici di fascia bassa che hanno prezzi inferiori dei pneumatici ricostruiti.

Purtroppo si sono verificati negli anni incidenti più o meno gravi con tale tipologia di gomme, prima di dire che gli pneumatici ricostruiti non sono buoni sarebbe opportuno fare delle considerazioni.

Gli incidenti causati da pneumatici difettosi si verificano anche con prodotti nuovi appena usciti di fabbrica ma quelli causati da pneumatici ricostruiti hanno maggiore risonanza. Il distacco del battistrada di un pneumatico ricostruito dopo poche migliaia di chilometri è però indice di una cattiva rigenerazione.

Non tutti gli pneumatici possono essere ricostruiti ma chi è preposto al controllo non sempre prende il giudizio secondo normativa, la carcassa del pneumatico deve superare un controllo qualità prima di ricevere l'ok alla ricostruzione.

Se il pneumatico viene rigenerato invece di essere scartato potrebbe produrre incidenti se sollecitato oltre un limite difficile da stabilire, alla vista il pneumatico ricostruito non mostra difetti alla carcassa perché oltre al battistrada viene rigenerata anche la spalla.

Il distacco del battistrada di un pneumatico ricostruito è sintomo di cattiva lavorazione, dopo la raspatura viene applicata una fascia di gomma pressata adesiva alla carcassa che farà da tenuta tra il nuovo battistrada e la carcassa stessa.

Se tale procedura è eseguita male o su un pneumatico troppo vecchio la tenuta non è garantita.

Diverso è il problema dell'esplosione di un pneumatico ricostruito, l'elevata velocità o l'attrito eccessivo producono alte temperature dell'aria all'interno e sforzi di taglio che devono essere compensati dalla gomma; se la carcassa è difettosa può cedere sotto le sollecitazioni.

C'è poi chi non monta pneumatici ricostruiti a causa della rumorosità e dei consumi, il battistrada di questo tipo di pneumatici infatti è un disegno senza eccessive pretese tecniche e potrebbe influire negativamente su consumi e rumorosità.

Quando si sceglie di acquistare pneumatici ricostruiti occorre prestare attenzione alla scritta sulla spalla, infatti per legge deve essere apposto un codice che ne identifica lo standard.

Tale marchiatura si chiama RETREAD e deve prendere il posto dell'omologazione originale ECE-ONU/UE, la marchiatura ECE-ONU per pneumatici ricostruiti la si trova in un rettangolino alfanumerico sulla spalla del pneumatico.

Gli pneumatici ricostruiti convengono se il prezzo di acquisto è più concorrenziale di quelli nuovi di fascia bassa ma potrebbe essere vanificato dalla rumorosità e dall'aumento del consumo di carburante.

Affidarsi al gommista va bene ma meglio scartare pneumatici ricostruiti da ditte poco conosciute, se proprio si deve fare la spesa meglio acquistarli verificando che siano stati ricostruiti secondo normativa o altrimenti utilizzarli nel ciclo urbano (meglio poca autostrada o tangenziali).

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