sabato 1 ottobre 2011

Combustibili del futuro, addio al petrolio

In un futuro non troppo lontano potremmo salire in terrazzo per fare il pieno, no non è uno scherzo.
Il continuo ed indiscriminato aumento del prezzo dei prodotti petroliferi potrebbe portare ad un punto in cui acquistare benzina o diesel alla pompa sarebbe eccessivo per i nostri spostamenti, facendo due rapidi calcoli con un litro di benzina con una auto di medie dimensioni percorriamo circa 14 Km, il costo della benzina è di 1.620 euro al litro, aggiungiamo tutte le spese connesse con la mobilità, assicurazione, bollo e manutenzione, potremmo anche arrivare a considerare che per percorrere 14 Km ci vogliono anche 1.70 euro se non di più.

Quale è il futuro della mobilità urbana?Il petrolio è un combustibile obsoleto ed inquinante, se ne potrebbe fare a meno, ci sono alternative altrettanto valide.
L’idrogeno e le celle a combustibile sono una soluzione validissima ma si è fatto di tutto per bloccarne la diffusione, se si parla con i costruttori di autoveicoli diranno che non ci sono colonnine per caricare le celle e se si parla con i governi diranno che le case automobilistiche non producono veicoli con questa tecnologia, la verità è che i veicoli di questo tipo sono costruttivamente semplici e la manutenzione è ridotta all’osso, non ci sarebbe bisogno di cambiare l’olio ogni tot Km o acqua nel radiatore, le uniche componenti soggette ad usura sono le gomme, i freni e gli ammortizzatori, poca manutenzione significa poco guadagno quindi tutto bloccato.

I veicoli elettrici sono una sorta di palliativo, la loro autonomia è bassa e i loro tempi di ricarica sono eccessivi, le batterie quando devono essere sostituite sono un salasso.


I veicoli ad aria compressa sembrano ad oggi essere quelli che meglio potrebbero sostituire i motori a combustione interna, costano poco e sono anche sicuri, niente combustibili ma solo aria.

Un alternativa arriva da una tecnologia che l’uomo conosce da tanto tempo, le alghe.
I cinesi ed i giapponesi ci hanno abituato a pensare che questi vegetali sono buoni solo da mangiare, ed in effetti è vero, ma non è solo cosi.

Le alghe si utilizzano per ottenere integratori alimentari o omega 3 ma anche per ottenere un olio, questo olio è possibile estrarlo da microalghe oleaginose, in confronto all’olio vegetale come il girasole la produzione annua è di molto maggiore, un campo coltivato ad olio di colza produce circa 0.7-1.0 tonnellate di olio vegetale mentre le microalghe oleaginose coltivate nei foto bioreattori producono circa 10-20 tonnellate anno di olio vegetale combustibile.
Grandi compagnie petrolifere americane già si servono di questa tecnologia e stanno impegnando le loro risorse per investire in ricerca e sviluppo.
La coltivazione e la crescita avviene appunto nei foto bioreattori che non sono altro che grossi tubi di plastica trasparente esposti al sole in cui passa acqua (dolce o salata) e che vengono drogati con queste microalghe, il nutrimento deve avvenire insufflando anidride carbonica nei tubi, per questo motivo potrebbero essere impiegati accanto a grandi stabilimenti che riversano nell’ambiente grandi quantità di questo nocivo gas e quindi consentirebbero di rientrare nei canoni del protocollo di Kioto e guadagnare con la vendita di olio combustibile.

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