venerdì 29 giugno 2012

Fornello pirolitico, utile per il campeggio


Nathaniel Mulcahy è un inventore di origini italo americane e possessore di un brevetto di un fornello pirolitico chiamato LuciaStove, grazie alla sua invenzione ha reso possibile migliorare le condizioni di vita di popolazione disagiate permettendogli anche di ottenere un potente fertilizzante (biochar) a costo zero ottenuto dal processo pirolitico.


Prima di spiegare cosa sia LuciaStove è meglio dare delle delucidazioni (per chi ne avesse bisogno) su cosa sia la pirolisi o processo pirolitico, la combustione avviene grazie ad un combustibile (sia esso solido, liquido o aeriforme) e ad un comburente (solitamente aria o ossigeno), quindi durante un processo di combustione il combustibile in presenza di ossigeno bruciando crea dei composti gassosi ossidati, in un processo pirolitico l'ossigeno non è presente perché volutamente estratto mentre il combustibile (solitamente solido) viene riscaldato alla temperatura di degradazione termica.


La pirolisi viene effettuata a temperature comprese tra i 400 e gli 800°C e dalla reazione si ottengono liquidi e gas che possono essere utilizzati come combustibili, un processo di pirolisi molto conosciuto è quello che permette di ottenere il syngas dalla legna.

L'intento di Mulcahy era quello di ottenere un fornello alimentato da sostanze vegetali (con bassa concentrazione di umidità) ma che producesse calore senza produrre il pericoloso monossido di carbonio e che durasse a lungo, il progetto di Mulcahy è stato un successo anche da un altro punto di vista, il combustibile bruciando all'interno del fornello pirolitico produce come scarto il biochar un carbone vegetale che è anche un potente fertilizzante.


Il fornello pirolitico di Mulcahy riesce ad ottenere rendimenti strabilianti, se si pensa che un comune fuoco lasciato ardere all'aria aperta ha un rendimento che arriva al 10% il confronto contro il 93% del LuciaStove sembra un inezia.

La realizzazione di un pirolizzatore come detto prima si ottiene estraendo ossigeno prima della reazione mentre il fornello di Mulcahy è un processo aperto, l'unico inconveniente che in alcuni casi potrebbe essere non da poco è la necessaria forzatura della circolazione d'aria che negli esperimenti viene realizzata grazie ad una ventola.

Per mettere in funzione il fornello pirolitico di Mulcahy si introduce all'interno del contenitore della biomassa vegetale di scarto con contenuto di umidità minore del 30% e gli si da fuoco, si può anche addizionare il composto con un 6% di olio vegetale esausto, a questo punto il calore prodotto riesce ad innescare la pirolisi (grazie anche all'aria forzata del ventilatore), dalla parte superiore esce un gas sintetico costituito da prodotti come metano e idrogeno, questi gas bruciando consumano l'ossigeno che non può prendere più parte alla combustione e grazie ai condotti realizzati viene aspirato azoto dal basso ed il processo si può mantenere per molto tempo, con tre etti di biomassa si può ottenere una combustione di un ora e mezza.


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