venerdì 21 marzo 2014

Gasolio dalle bottiglie di plastica

Con la nuova tassa sui rifiuti, TARES, i comuni non virtuosi fanno pagare al cittadino cifre da capogiro, la raccolta differenziata eviterebbe di conferire in discarica rifiuti di ogni genere ed alcuni potrebbero rimpinguare le casse comunali.

I rifiuti solidi urbani possono essere una fonte di guadagno per chi li tratta, la mentalità di alcuni comuni è ancora legata alla strana idea che pagare qualcuno per seppellire importanti risorse sia la cosa migliore.

Grazie alla batosta della tassa sui rifiuti solidi urbani i cittadini sono corsi ai ripari ed hanno riempito i cassonetti per la differenziata come non era mai successo, i problemi però sono due: la differenziata nei comuni dove non c'è un impianto per il trattamento dove finisce? e perché sui cassonetti non ci sono delle immagini esplicative su ciò che può essere differenziato e ciò che non può esserlo?

La prima domanda sarebbe da porla al primo cittadino ed alla azienda che si occupa del recupero degli RFU mentre la seconda necessita di approfondimenti.

Nei cassonetti per la raccolta differenziata il cittadino mette ciò che per lui è quel materiale, nel raccoglitore per il PET, il PVC ed il PE (contenitori per liquidi in generale) vengono conferiti anche vaschette per alimenti, posate e tappi.

La confusione sul tipo di polimeri da conferire è comprensibile e sarebbe doveroso da parte di chi gestisce i rifiuti farla comprendere a chi deve differenziare, una cattiva gestione della differenziata mette in difficoltà gli impianti per il trattamento.

Da alcuni rifiuti solidi urbani, in questo caso le plastiche, è possibile ottenere un notevole introito. Uno dei rifiuti solidi urbani più cospicuo sono i contenitori per liquidi, le bottiglie d'acqua minerale o i flaconi per docciaschiuma e shampoo.

Essendo prodotti derivati dal petrolio è possibile trattarli ed ottenere un combustibile da rifiuto proprio con le caratteristiche del gasolio. Secondo stime ufficiali da un barile di petrolio si ottengono 1750 bottiglie di plastica, il processo inverso è possibile ma ha un certo costo.

Ricordiamo poi che ottenere combustibili è possibile ma per venderli si devono aggiungere le accise.

Le plastiche insieme ad altri rifiuti urbani, non inerti, prende anche la strada della combustione nei cementifici ed in altri impianti dove le temperature della combustione sono molto alte, 1400°C. La sola combustione di plastica da riciclo dai contenitori è incentivata dall'alto potere calorifico, 31400KJ/Kg, c'è poi da considerare che si potrebbero ottenere anche 250 KWh da circa 30 Kg ed anche energia termica con impianti di teleriscaldamento.

Il gasolio ottenuto dai contenitori per liquidi non è ancora un processo standardizzato e su larga scala, un impianto medio piccolo che impiega poliolefine riciclate potrebbe produrre un gasolio a circa 65 centesimi al litro.

Il costo non è proprio a buon mercato ma lavorando su impianti più grandi e più efficienti sarebbe possibili abbattere i costi di produzione, a cui ricordiamo ancora una volta c'è da aggiungere il costo delle accise.

Il combustibile ottenuto si potrebbe impiegare come combustibile per far circolare i mezzi pubblici o anche in impianti di cogenerazione per produrre energia elettrica e calore.

In quest'ultimo caso si avrebbe accesso agli incentivi della cogenerazione e non si pagherebbero le accise.

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