Quando si fa causa per vertenza di
lavoro ad un'azienda o una società ci si deve aspettare di
incorrere in tempi biblici prima di vedersi dare ragione, in alcune
regioni le lungaggini giudiziarie possono veder vanificata
l'aspettativa di vincere la causa.
Citare un datore di lavoro e vedersi
risarcire può essere più facile a Milano che non a Cosenza, le
differenze per vedere concludere una causa di lavoro varia da
regione a regione.
A metà dello scorso decennio lavoravo
per un'azienda di Messina, le prime avvisaglie di acque poco sicure
cominciarono con la tredicesima del 2007. Questo emolumento non
arrivò mai e l'amministratrice ci fece firmare le buste paga
successive lasciando questa chiusa in un cassetto.
Nel 2007 cominciarono a pagarci in
ritardo, prima una settimana, poi due e poi mesi. Le nostre
rimostranze verso ritardi cosi cospicui non si risolsero in niente di
buono. Si passò da ritardi ad acconti, la differenza sta che
l'azienda tiene a freno i dipendenti dandogli uno zuccherino ma non
l'intero pacco.
Nel 2009, giugno, rassegno le
dimissioni per giusta causa. Gli acconti divennero sempre più
grami e le spese per giungere sul posto di lavoro erano maggiori
delle entrate.
Dopo le mie dimissioni i vertici
dell'azienda cominciarono a premere per farmi tornare a lavoro
rassicurandomi che il denaro stava arrivando e che avrebbero pagato
tutti e tutto. A fine luglio decido a malincuore di tornare a lavoro,
ovviamente l'amministratrice asserisce che il contratto di lavoro lo
potrò firmare solo dopo mesi perché altrimenti sarebbero soggetti a
controlli...mah!?!
Dopo tre mesi trascorsi senza nessun
miglioramento e senza contratto decido di andare via definitivamente.
Dopo qualche settimana comincio a prendere contatti con l'azienda per
cercare di farmi pagare tutto il dovuto.
Dopo promesse da marinai mi vedo
costretto a prendere un legale ed inviargli una lettera in cui
si chiede il pagamento di stipendi arretrati, tredicesime e
TFR. Alla lettera del mio legale non vi è riscontro e, per prassi, è
necessario un udienza davanti all'Ufficio Provinciale del Lavoro.
La data per l'UPL non richiede meno di
5/6 mesi. Ovviamente la parte avversa non si presenta e la causa
prende inizio. Altri 5/6 mesi per la prima udienza al tribunale.
Qui la parte avversa si presenta ma senza alcun dato circa quanto a
me dovuto.
Precedentemente avevo fatto stilare da
un commercialista il credito dalle buste paga in mio possesso;
davanti al giudice il loro avvocato afferma che la cifra da me
depositata agli atti non era corretta (sempre senza che il loro
avvocato presentasse documenti a sostegno della tesi).
Dopo questa udienza vengo chiamato
dall'azienda per un compromesso, la cifra da loro offerta era
la metà di quanto richiesta. Sembra però poterci essere un accordo.
Dopo intercorsi telefonici sembra esserci uno spiraglio con una cifra
equa per entrambi.
Le settimane successive però terminano
i contatti e i vertici non sono più reperibili e disposti a
compromessi.
L'udienza successiva viene fissata dopo
8/10 mesi. All'udienza il mio avvocato presenta una lista di
testimoni per i tre mesi senza contratto di lavoro. L'avvocato
dell'azienda citata in giudizio dice al giudice che c'è la volontà
di scendere a compromessi.
Il giudice prende questa notizia con
favore e fissa la prossima udienza dopo soli tre mesi (che fortuna
pensate voi). L'azienda però non dialoga con il mio legale fino alla
data dell'udienza, a tale data il mio legale chiede quale fosse la
cifra per l'accordo.
L'accordo però scendeva
vertiginosamente ad un terzo di quanto pattuito, ovviamente rifiuto.
Il giudice prosegue con l'udienza ed il loro avvocato chiede che i
miei testimoni vengano rifiutati perché anche loro in causa con
l'azienda.
Il giudice si prende qualche settimana
di tempo per decidere ma a sostegno della mia tesi accorre il mio
legale sottolineando che non vi è rimasto quasi nessuno in azienda e
che la quasi totalità ha presentato ricorso al tribunale per lo
stesso motivo.
Il giudice dopo qualche settimana
accetta i nostri testimoni e fissa l'udienza, dopo un anno.
Dopo 5 anni senza essere giunti a nulla
l'azienda viene fatta fallire da una vecchia causa.
Anche se l'azienda fosse rimasta attiva
la causa non sarebbe terminata quel giorno. Se tutti i testimoni si
fossero presentati quel giorno il giudice si sarebbe preso altri 8/10
mesi per dare la sentenza.
Dopo la sentenza si può attendere fino
ad un anno affinché si possa procedere alla riscossione coatta.
Nel caso più sfortunato la parte
citata in giudizio non presenta, per giustificata causa, uno dei
testimoni e prende tempo. Il gioco del ritardo grazie ai testimoni
può ripetersi fino a tre volte, che può voler dire tre anni.
Le cause per vertenza di lavoro al
tribunale di Messina durano una media di 6/9 anni con il rischio
che si può veder sfumare i sacrifici fatti sul lavoro a favore di
imprenditori che sfruttano le gravi lacune del sistema giudiziario
locale.
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